E' ora di imparare a nuotare

E’ ora di imparare a nuotare

L’evoluzione dei mercati, impone sempre di più non la semplice conoscenza delle strategie di marketing e posizionamento, ma la reale capacità di saper sopravvivere.

Sopravvivenza, questa è la parola chiave con cui non solo gli imprenditori, ma anche i singoli individui dovranno imparare a convivere.
Un mare tempestoso, ormai ci circonda, e molti ancora si ostinano a credere che si tratta di un periodo passeggero, che tra poco  le cose torneranno come prima.

La realtà è ben diversa.
Quotidianamente assistiamo a dichiarazioni ottimistiche degli economisti, dei politici, trasmessi in radio e tv che affermano che il peggio è passato, che siamo di fronte alla ripresa. Peccato che con altrettanta frequenza assistiamo a segnali che smentiscono tali affermazioni, che ormai rischiano di cadere nel ridicolo totale.
Come possiamo noi poveri individui, lasciati soli con i nostri incubi, riuscire ad uscirne, ma soprattutto come poter superare la crisi se si è imprenditori?
Importanti aziende di ogni settore, registrano un inizio anno sotto il profilo del fatturato catastrofico, nel vecchio continente e negli USA non si registrano crescite degne di interesse, nessuna idea. Addirittura il fenomeno Obama, si è talmente ridimensionato, che è in forse la sua rielezione, visto che i sondaggi lo vedono in caduta libera.
L’ansia sta attanagliando gran parte della popolazione mondiale, che non vede effettivamente una luce verso cui orientarsi.
Dobbiamo innanzitutto credere in noi stessi e lavorare positivamente verso il cambiamento, comprendendo, una volta per tutte, che nulla, dico nulla, potrà mai più essere come prima.
I segnali ormai ci sono da anni, i Maya paradossalmente avevano ragione, siamo vicini alla fine del mondo.
Ma quale mondo finirà?
Finirà il mondo che conosciamo oggi, quello impostato unicamente sullo sfruttamento delle risorse.
Non si parlerà più della crescita, ma di una decrescita, che dovrà tassativamente accompagnarci, verso una cultura dei consumi diversa.
Dovremo imparare a condividere con chi ha meno di noi, vedi i paesi meno sviluppati, le cui popolazioni premono ai confini del nostro “benessere”.
La globalizzazione non ha avuto solo l’obiettivo di spostare capitali a destra e a manca senza controlli, mettendo in crisi con la speculazioni le economie di mezzo mondo, ma anche di rendere sempre più concreta la consapevolezza che questo pianeta è molto piccolo e che quindi occorre una organizzazione sullo sfruttamento e sulla condivisione delle risorse più matura.
La parola d’ordine del prossimo futuro dovrà essere condivisione e dovrà sostituire quella del profitto.
Minori consumi di energia, ottimizzare le risorse, minor consumo d’acqua: Bill Gates ha impartito l’ordine ai suoi collaboratori impegnati nella ricerca, di progettare un WC che non consumi più acqua.


Questa dovrà essere la mentalità vincente, ricercare, studiare prodotti che migliorino realmente la vita degli individui, che siano creati in una logica di evitare gli sprechi, di ridurre l’impatto ambientale.
Noi possiamo creare i presupposti per questa “challenge” sfida, possiamo premiare con i nostri acquisti, aziende che evitano, riducono al minimo il packaging, che creano prodotti a “filiera corta”.
Sapete quanta strada percorre una mozzarella prima di arrivare sulle vostre tavole? Migliaia di chilometri.
Perché succede questo, perché non evitiamo di cedere  alla pubblicità ed iniziamo a credere ai nostri occhi?
Acquistiamo prodotti di aziende locali, iniziamo a consumare l’acqua del rubinetto, studi molto seri ci confermano che la gran parte delle acque del rubinetto del nostro paese sono ottime.
Iniziamo a parlare con i nostri figli, spegnamo le televisioni, costringiamoli a parlare, a scambiarsi opinioni con i più grandi.
Riappropriamoci dei nostri spazi, ma soprattutto impariamo a nuotare, perché la tempesta cresce e solo gli ottimi nuotatori ce la faranno.

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