Il dopo Expo, ecco la vera sfida
Un grande evento come l'Expo merita di essere ricordato, per una serie di motivazioni, ma sopratutto per quello che siamo riusciti a muovere in ordine ai rapporti internazionali e di relazioni pubbliche.
È stata un'occasione unica, per imbastire rapporti internazionali, in grado di mettere in evidenza le aziende che hanno avuto l'umiltà e la lungimiranza di essere presenti, ai vari workshop, agli incontri BtoB e di imbastire relazioni con i referenti dei vari paesi presenti.
Nulla a che fare con le file e le degustazioni, ma un vero e proprio fiume carsico che procedeva parallelamente all'evento riservato al grande pubblico.
Un evento nell'evento in cui responsabili delle relazioni pubbliche, addetti commerciali, addetti diplomatici, ambasciatori, ministri, si sono messi in gioco per far in modo che il proprio paese potesse tornare a casa con una serie di contatti.
La parola d'ordine era nutrire il pianeta, ma la necessità più volte emersa è stata "dissetare il pianeta".
Paesi di tutto il mondo hanno evidenziato con filmati, forum, seminari quanto sia importante l'indipendenza sotto il profilo
delle risorse alimentari.
Questo sviluppo, cozza però con una realtà feroce che è quella in cui moltissimi paesi si dibattono, cioè la penuria idrica per sostenere le coltivazioni.
Così è emerso inequivocabilmente come
l'acqua sia sempre più importante.
In questo periodo ho assistito alla presentazione di una marea di progetti per portare l'acqua in luoghi in cui si pensa sia impossibile averla disponibile .
Due hanno toccato la mia curiosità ed entrambi di aziende marchigiane.
Il primo della Engenering 2 construction di Osimo (Ancona), la seconda della Inbiosystem di Mogliano in provincia di Macerata. Il primo propone di creare delle "isole idriche" modulari, che possono essere installate in qualsiasi parte del mondo, dove ci sia penuria d'acqua.
La seconda, propone la creazione di serre per le coltivazioni in ambiti acqua zero, o almeno quasi pari a zero solo con la semplice vaporizzazione. (Aeroponica)
Un progetto che rende superate le serre idroponiche tanto decantate dagli israeliani e apre nuove possibilità per rendere accessibili prodotti alimentari alla maggior parte della popolazione di territori privi d'acqua.
Ora i progetti sono allo studio di una serie di paesi e forse troveranno una collocazione. Lo spero vivamente, perché l'obiettivo di tutti noi, che abbiamo lavorato in questo ambito, è stato quello di fare qualcosa di veramente utile e se domani, anche solo un bambino sarà facilitato a trovare l'acqua e un frutto sul suo tavolo vorrà dire che abbiamo lavorato bene.
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