Il Ministro e la "crescita" ma di che?

IC'è un "tale" che si chiamava Kenneth Boulding che ha scritto « Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista. »


Ora bisogna capire, perché nonostante sia chiaro il concetto, anche un bambino lo capirebbe, si continua a perseguire una politica non solo assurda, ma che ha effetti politici devastanti.
In effetti, una crescita in un sistema chiuso come quello del nostro pianeta, non può che scontrarsi con quella dei paesi cosiddetti emergenti. La nostra economia per crescere lo deve fare solo a discapito degli altri e questo ha portato alle conseguenze di politica internazionale che conosciamo.
C'è una parte del mondo che odia ferocemente la nostra crescita, perché per loro vuol dire sfruttamento e conseguente arretratezza, ulteriore impoverimento. Non possiamo ipotizzare ancora un mondo a più velocità, dobbiamo invece credere in un mondo solidale, dove si cerca responsabilmente di ottimizzare le risorse.
Quello che sta avvenendo ci deve far ricredere sulle nostre politiche economiche e capire che sono sbagliate, non attuali, desuete, inopportune.
Occorre che la visione dei nostri politici sia meno fumosa e non solo basata su slogan, ma si sa, come asserisce Marco Alloni, studioso del medioriente: "Quando il popolo sogna gli strateghi calcolano"
Ci fanno sognare una ripresa, quasi toccarla con mano, ma il sogno presto finirà.
Quando il prezzo del petrolio tornerà a crescere, allora l'instabilità e la paura torneranno a crescere. I grandi risultati di bilancio ottenuti e la cosiddetta ripresa, altro non sono che l'esito del tracollo del prezzo del petrolio.
Questi governi non hanno apportato le modifiche strutturali necessarie, stanno perdendo un'occasione unica che la situazione contingente involontariamente ci prospetta. Viviamo alla giornata.
Quello che però sa dell'incredibile è che queste persone hanno la spudoratezza di farci credere sia vero e purtroppo ne hanno i mezzi.
Bastano due notiziari, alcune statistiche ad hoc, due interviste a negozianti che si dicono soddisfatti che la crisi è alle spalle e tutti giù a crederci, o almeno ci crede chi affida unicamente le sue valutazioni ai TG, che però ancora oggi sono la maggioranza delle persone.
Questi "eminenti" politici sottovalutano volutamente la situazione tutti concentrati sul radicamento del loro potere grazie alla favorevole situazione congiunturale.
Ma attenzione, siamo seduti su una polveriera.
The Guardian, eminente testata anglosassone, ci mette in guardia dal pericolo dell'instabilità globale che può generare un simile abbassamento delle quotazioni del greggio. Gli fanno eco testate nazionali importanti come Panorama e Repubblica. Tutti concordano che nel medio periodo questa situazione porterà  solo alla destabilizzazione dell'area mediorientale, con inevitabili ripercussioni globali.
Già lo scontro Arabia Saudita - Iran, influisce negativamente. Addirittura la prima ha visto crescere il suo indebitamento in maniera vertiginosa, costretta a chiedere un prestito obbligazionario per sostenere la propria economia. Da qui la crescente instabilità finanziaria di paesi come l'Egitto che con il sostentamento saudita reggevano il proprio bilancio e che oggi non possono più fare affidamento su tali appoggi.
L'Egitto poi è solo uno, ma i paesi interessati dell'area sono tanti.
In questo scenario fortemente preoccupante il nostro Ministro parla di crescita.
Dovrebbe invece lui è il governo di cui fa parte, sfruttare la situazione positiva per ridurre il debito pubblico in maniera drastica, attivando azioni realmente innovative con infrastrutture al passo con il nostro tempo.
Bisognerebbe investire di più nel Made in Italy premiando e privilegiando le eccellenze che abbiamo. Premiare i docenti validi, investire nell'istruzione e via di questo passo.
Purtroppo questo non succede, cantiamo vittoria per meriti che non abbiamo. Pagheremo questa nostra "latitanza" con una ulteriore recessione?
Speriamo comunque che questo non accada, che il prezzo del petrolio resti basso e che tutto questo non scateni altri eventi bellici ben più gravi degli attuali in corso.
Comunque a fronte di tutto questo la crescita è sicuramente la soluzione meno efficace dei nostri problemi, sarebbe ora che qualcuno al nostro Ministro glielo facesse capire, ma è difficile perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

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