L'esperienza fa la differenza o no e i social sono realmente determinanti?
Domenico Gioia |
Sono
anni che lavoro nel mondo del marketing, "oltre trenta". Ho studiato e
continuo
a studiare quotidianamente, anche perché sono un fissato, il mutamento
sociale in atto. Così, come le rughe, che solcano il mio viso, avvisano
che il tempo passa, così dallo sguardo sulle pagine dei social noto
come si stia modificando repentinamente il mondo
dei consumi.
Questo mi porta conseguentemente ad una presa d'atto che le cose non
sono come anni fa e che gestire il marketing con vecchi approcci oltre
che retorico può diventare banale e anche dannoso.
Per questo studio continuamente e mi avvicino, molto incuriosito ai
post di diversi social media manager, di solito giovanissimi, "beati
loro", che si prodigano a diffondere consigli a loro dire
"rivoluzionari" su come impostare una campagna social a sostegno
di un prodotto, dispensando consigli e formulando strategie che valuto
sempre con molta attenzione.
Nello studio che ho effettuato, ho avuto modo di verificare che
questi giovani consulenti, ovvio che non è la totalità, poco sanno di
cosa sia realmente il marketing.
O almeno appare, da una lettura dei loro scritti, che hanno
conoscenze di mkt superficiali e sottovalutano il prodotto, il suo
studio, l'analisi del mercato e l'approfondita conoscenza del
consumatore. Hanno sostituito o almeno ritengono di poter sostituire
il marketing e le sue regole, le procedure ormai consolidate, o che
almeno davamo per tali, con il social, trascurando volutamente vari
aspetti che invece personalmente ritengo determinanti.
Chi ha ragione, un vecchio dinosauro del marketing come me o loro i cosiddetti nativi di internet e conseguentemente dei social?
Secondo la mia opinione, il mondo social è, una importante leva di
marketing che va però giustamente inserita in una più ampia strategia,
da annoverare sotto la voce comunicazione o come direbbe il vecchio ma
ancora attuale Kotler: "pubblicità, propaganda".
Senza nulla togliere all'innovazione che i social hanno portato
all'approccio al consumatore finale, semplificando e snellendo le
procedure di segmentazione e l'individuazione dei target, ritengo che,
oggi più che mai, rappresentino la vera opportunità
che ogni azienda consumer oriented ha, per avviare e mantenere un
dialogo costante e diretto con i consumatori.
Eppure, se valutiamo bene, nonostante il grande impatto sociale
nonostante lo smodato utilizzo, vediamo che le aziende poco stanno
fruendo in modo mirato, ma sopratutto economicamente vantaggioso questi
strumenti.
Assistiamo a dibattiti sul web sugli argomenti più impensabili, ma
di fatto i social manager non riescono a canalizzare questo flusso
magmatico verso reali ed importanti impulsi d'acquisto.
Anzi paradossalmente sembra che esista quasi un rifiuto a parlare sui social di prodotti e vendita.
I social sono il nuovo marketing? |
Inoltre osservo che l'acquisto di prodotti via web sta crescendo ma
non ai ritmi che si prevedevano e le vendite sono legate solo ad alcuni
ambiti.
Perché avviene questo?
Dove di fatto si gioca la partita, e quali sono i reali players?
I social media managers sottovalutano e forse ignorano che tutto
ancora non si gioca ineluttabilmente, sul web, con i like, mail, post,
influencer ed altro.
Per loro, secondo il loro punto di vista, il consumatore, il
prodotto, il posizionamento, il pricing, sono superflui ed obsoleti
orpelli.
Un inutile quanto costoso passaggio.
Ritengo invece che questo atteggiamento porta con se un
superficiale approccio al mercato ed alla conseguente sottovalutazione
degli aspetti legati alla sua analisi.
Dobbiamo studiare con attenzione l'evoluzione sociologica in atto,
mettere in gioco tutte le variabili, tenendo ben presenti le
opportunità, ma anche le minacce che il mercato nasconde.
Un buon piano di marketing resta tuttora il miglior alleato dell'azienda per arrivare al successo. Non esistono scorciatoie.
Lo studio del prodotto, in fase di lancio ed il suo posizionamento, a mio avviso, necessitano di:
-profonda analisi,
-umiltà;
-capacità di visione.
Tutto il resto è comunicazione a cui bisogna dare il suo giusto
ruolo nel marketing mix, altrimenti considerando e riducendo tutto
sotto l'aspetto social, si rischia di perdersi in un mondo artificiale,
dove paradossalmente, le conseguenze di errori di
valutazione potrebbero essere drammaticamente reali.
Domenico Gioia
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