Un pesce rosso ha un'attenzione superiore a quella di un'uomo?


Un pesce rosso, da studi effettuati, ha un'attenzione che può durare sino a 9 secondi, mentre quella dell'essere umano mediamente non supera gli 8 secondi.
Questa notizia di un po' di tempo fa mi ha fortemente incuriosito. Apre degli scenari interessantissimi nell'ambito della comunicazione e non tenerne conto sarebbe un errore.

La nostra attenzione non supera quella di un pesce rosso?


Dal sito di Io Donna: di Agnese Codignola


"L’attenzione? Inferiore a quella di un pesce rosso!!!
Cala la capacità di concentrarsi: da 12 secondi nel 2010 a meno di otto secondi. Anche i pesciolini nella boccia ci superano. Colpa di cellulari e pc? C'è da preoccuparsi?
di AGNESE CODIGNOLA
La nostra concentrazione, in media, non dura più di otto secondi: quella di un pesce rosso nove.
Questo il dato, leggermente inquietante, emerso da un’indagine condotta da Microsoft su oltre duemila ragazzi con questionari ed elettroencefalogrammi e dalla quale è risultato anche che circa uno su due (il 44%) fatica a mantenere la mente ferma su un argomento.
E ciò che più preoccupa è la tendenza, perché nel 2000 il valore medio era molto superiore, pari a 12 secondi.
Per alcuni neurobiologi non si tratta di un cambiamento negativo, ma solo di un adattamento alla vita digitale; Per altri è un’evoluzione assai preoccupante, che dipende dall’iperstimolazione perenne data da smartphone e tablet, che ci spingerebbe a cercare stimoli sempre diversi.
Spiega Laura Reale, neuropsichiatra dell’Istituto Mario Negri di Milano: «Esistono diversi tipi di attenzione, che tutti mettiamo in campo a seconda delle necessità fino da piccoli e in parte contemporaneamente: ascoltare una lezione di matematica, anche per un bambino, non richiede la stessa concentrazione necessaria per rispondere a una domanda di un compagno. Così, utilizzare il cellulare guardando la tv la sera, magari curiosando in Facebook, ha una valenza altra rispetto all’atto di leggere una mail di lavoro: la necessità di attivare un’attenzione più sostenuta e duratura cambia in termini quantitativi e qualitativi, nelle diverse situazioni».
Nessun dramma in corso per l’umanità digitale, dunque, ma solo adattabilità. Anche se abituarsi a non controllare ossessivamente i dispositivi è una buona norma di igiene mentale, consigliata dagli stessi ricercatori Microsoft".

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