La dittatura del brand, arriva l'alternativa del personal branding
Spesso sentiamo parlare di forza del brand, ma possiamo ipotizzare una vera e propria dittatura e come è possibile evitarla, esistono alternative?
I brand si sono impadroniti delle nostre vite e si impongono come "vere alternative" alla vita quotidiana.
Molto tempo è passato dalla pubblicazione di No Logo di Naomi Klein, era il 1999, ed ad oggi tutto è rimasto com'era. Gli influencer invece di consigliare alternative, strizzano l'occhio alle firme delle maison importanti, alle grandi multinazionali nella speranza di ingraziarseli.
Opera di Max Papeschi |
I brand si sono impadroniti delle nostre vite e si impongono come "vere alternative" alla vita quotidiana.
Sembrava fosse finita, che lo strapotere dei brand fosse alla frutta ed invece come in tutte le dittature con un colpo di reni, hanno ripreso il controllo della situazione che sembrava stesse sfuggendo di mano.
Complici l'ignoranza latente del pubblico, ed i social network, che pur apparendo come i nuovi media, hanno rinsaldato il legame con la televisione ed i media tradizionali.
Un circolo vizioso senza fine, in cui ogni media legittima se stesso, pur di ricondurre la condizione del gioco a loro, a coloro che sono in grado di manipolare abilmente l'opinione pubblica.
In tutto questo caos, resta totalmente indifeso il consumatore.
Max Papeschi -Product Placement- |
Una totale debacle, eppure sembra, nel totale abbandono che esista una possibilità di reazione e consiste nel nuovo trend del personal branding. Niente a che vedere con il normale ed "imperialistico" brand, ma una tendenza iperdemocratica in cui l'individuo ne prende volutamente il posto, e ne è al comando saldamente.
Il singolo, l'individuo hanno la possibilità di diventare a loro volta dei marchi e grazie alla "THE LONG TAIL", iniziando a farsi notare, a dettare le prime condizioni, a raccontare le loro storie.
Le pagine Facebook, Instagram, Twitter si potranno così riempire di immagini coordinate, sostenute da ottimi, quanto fantasiosi storytelling
Sono fermamente convinto che esiste un grande futuro per questi nuovi brand, che spiazzano completamente i pubblicitari e sono estremamente più onesti degli influencer perché non sono manipolabili e non sostengono tutta la storia, con due foto, ma con un attenta politica del prodotto che alla fine è il loro.
Sarà il futuro? Molto possibile nel frattempo attrezziamoci ed invitiamo gli artisti come Max Papeschi a precorrere i tempi e testimoniare la nuova tendenza, sviluppando quella sinergia che vado da tempo predicando tra arte e marketing.
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