Salvini e le sue promesse non mantenute, il caso Tecnowind di Fabriano

Dovrebbe essere d'obbligo per un leader politico che ambisce a diventare Premier mantenere le promesse, specialmente quando c'è in gioco il lavoro di oltre 50 dipendenti.

Paola Zivcovich contesta Salvini

Purtroppo per Salvini non è così, forse troppo preso a girare l'Italia tra crocefissi e contestazioni lascia indietro persone a cui ha promesso di interessarsi al caso.

Per questo motivo Paola Zivcovich, adesso candidata al Consiglio Regionale per la lista PSI -Italia Viva  che sostiene come presidente Mangialardi contesta fortemente la venuta di Salvini nelle Marche e invia al Leader della Lega una lettera aperta affidandola alla stampa ed ai social e premette:

“Non sopporto vedere la politica che prende in giro chi ha bisogno”.

Per la cronaca, era l’8 febbraio 2018 quando in occasione della campagna elettorale per le elezioni politiche Salvini incontrò a Fabriano una delegazione degli operai della Società Tecnowind, di cui la Zivkovich faceva parte. Gli operai, erano in protesta, permanente, davanti ai cancelli della fabbrica perché da mesi senza salario e senza cassa integrazione.

Il segretario della Lega si fermò con gli operai pochi minuti e promise di farsi carico del problema:

“ Datemi un riferimento dell’azienda, un nome e cognome, un numero di telefono e mi ci metto in contatto nelle prossime ore”

Peccato che dopo i vari selfie di rito, se ne andò ed alle parole non seguirono i fatti.

Salvini quella telefonata non la fece mai.


Paola Zivcovich



Di seguito la lettera aperta do Paola Zivcovich a Matteo Salvini:


Gentilissimo Senatore Salvini, 


Spero ricordi la sua ultima visita a Fabriano, in occasione della campagna elettorale e spero ricordi anche la sua visita ai lavoratori della Tecnowind.

Eravamo disperati, senza un lavoro, senza stipendio e senza cassa integrazione. Ci alternavamo in quel presidio per cercare di far valere i nostri diritti, per portare un po’ di serenità nelle nostre famiglie. Ottenere quello che ci spettava di diritto e da mesi non ci veniva riconosciuto.


Poi giunse la voce che finalmente  Salvini e la Lega si sarebbero interessati al nostro problema. Onestamente non sapevamo quanto potere potesse avere, ma solo il fatto che manifestasse interesse ci è sembrato un sogno.


Sa, Senatore, la disperazione fa brutti scherzi e quando si è disperati, senza un soldo in tasca, senza un lavoro e le famiglie da sfamare ci si attacca alla prima possibilità che si presenta.


Le abbiamo creduto, abbiamo creduto alle sue promesse, alle sue frasi, ai suoi sorrisi. Abbiamo creduto che finalmente la politica avesse un volto nuovo, quello delle promesse mantenute.


Ci disse, davanti ai giornalisti: “ Datemi un riferimento dell’azienda, un nome e cognome, un numero di telefono e mi ci metto in contatto nelle prossime ore”.


Disse anche mentre la intervistavano: “cercherò di fare da tramite tra proprietà, ente pubblico e lavoratori”.


Noi Senatore Salvini le abbiamo creduto ed abbiamo sperato.


Sono passati i giorni, non muovendosi niente ci rivolgemmo al culmine della disperazione all’ex Assessore al Comune di Fabriano Paglialunga. Quest’ultimo si attivò senza tante storie ne’ selfie e contattò l’Assessore Regionale Pieroni che insieme al Parlamentare Onorevole Bonelli si attivarono immediatamente.


In 15 giorni, ottenemmo la Cassa integrazione e più di 50 famiglie ricominciarono a vivere.


Sono passati gli anni, Senatore Salvini e lei ritorna nelle Marche a fare cosa? A fare quale promessa? Ad illudere chi?


Ho capito Senatore che le sue sono solo passerelle a favore dei fotografi e delle telecamere. Ho capito che lei non è il nuovo, anzi è più vecchio del vecchio. Lei Senatore agita lo spauracchio dell’immigrazione per far paura a chi l’ascolta. Pensi che io sono figlia di migranti che approdarono in Sicilia tanti anni fa, il mio cognome Zivcovich ne è la testimonianza. Oggi siamo perfettamente integrati, io sono cittadina Italiana con due magnifici figli e da pochi mesi nonna di un bimbo stupendo.


Non mi piacciono quelli che fanno propaganda sulle disgrazie altrui, dai disoccupati ai migranti, che si fanno belli perché lasciano le persone soffrire in mezzo al mare o che se ne vanno dopo aver fatto promesse a dei disperati e si dimenticano di telefonare o peggio se ne disinteressano a telecamere spente ed a selfie finiti.


Penso che le persone non abbiano bisogno di chi promette invano, hanno bisogno, invece,  di chi le aiuta a ritrovare quel briciolo di felicità di cui ognuno di noi ha diritto, non perché italiano, ma semplicemente perché è un essere umano.


Fabriano, 12 Settembre 2020


Paola Zivcovich

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